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PAOLA

TARANTINO

MILANO

I fili in PDO con azione di ancoraggio per il rimodellamento del contorno e riposizionamento dei comparti tissutali

I fili di trazione in PDO rappresentano un buon compromesso per riallineare e riposizionare i tessuti ptosici e contrastare i cedimenti che si osservano nei pazienti crono o foto invecchiati. Esistono diverse tipologie di fili di trazione, quelli più semplici da applicare e con un ottimo effetto di trazione sono, secondo la personale esperienza dell’Autore, quelli in PDO montati su cannula e che presentano delle spine bidirezionali rigide, stampate a freddo, a forma di ancore semplici o doppie, oppure delle spine disposte elicoidalmente su tutti i 4 lati del filo. Durante la relazione viene sottolineata l’importanza della selezione del paziente che, per il buon successo del trattamento deve essere idoneo, ovvero presenti una cute sufficientemente spessa, ma non appesantita, che il grado di cedimento sia da moderato a lieve, che possa ottenere quindi un miglioramento apprezzabile già con un numero moderato di fili. L’area che l’Autore presenterà si riferisce al terzo inferiore del viso (profilo mandibolare, rughe della marionetta, alleggerimento della nasogeniena, area mandibolare e del bargiglio etc.). Mostrando la pianificazione iniziale sui pazienti selezionati, viene indicato la disposizione e il numero di fili in PDO utilizzati per invertire l’aspetto gravitazionale del viso ed offrire un gradevole effetto di ringiovanimento. L’autore riferisce infine che l’impiego dei fili di trazione fanno spesso parte di un progetto terapeutico più ampio e si combinano perfettamente con l’uso di filler, tossina botulinica e/o biostimolanti di nuova generazione.

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