FIORELLA
BINI
Firenze
Il PRP: luci ed ombre
L’infiltrazione del cuoio capelluto con il Plasma arricchito con le piastrine rappresenta una terapia rigenerativa ormai molto utilizzata, nonostante le difficoltà pratiche per la sua realizzazione. Il PRP contiene molteplici fattori di crescita che stimolano le cellule staminali del follicolo, l’angiogenesi, l’homing follicolare e particolarmente i fibroblasti perifollicolari. Può essere impiegato per l’alopecia androgenetica, areata, nelle patologie che rispondono poco alle altre terapie; nelle forme cicatriziali ha anche azione antiinfiammatoria e antifibrotica. La metodica è sicura, non dà effetti collaterali in quanto si utilizza materiale autologo prelevato e conservato in device completamente chiusi, dai quali si aspira il prodotto e lo si inietta direttamente, senza il rischio di infezioni o problemi di immunità. Tuttavia i risultati non sono sempre ottimali e questo ha sollevato domande e perplessità circa la concentrazione, la centrifugazione, i microelementi da aggiungere, il ritmo e il numero dei trattamenti. Alla luce delle conoscenze attuali, si utilizzano concentrazioni molto alte di piastrine per microlitro; inoltre è fondamentale anche la scelta del device per la raccolta e la centrifuga del materiale ematico. È molto importante il tempo in cui viene effettuato il trattamento: è opportuno conoscere i momenti della caduta fisiologica dei capelli di quel paziente, pena il non raggiungimento del risultato auspicato. Infine dobbiamo ricordare che il PRP non deve essere utilizzato in monoterapia ma associato alla terapia eziopatogenetica della patologia in oggetto.